Il Cippato è una delle varie forme in cui il legno può essere trasformato. Infatti, attraverso la “cippatura” il legno viene sminuzzato meccanicamente in piccoli pezzetti detti “Chips” di dimensioni uniformi.
Non è propriamente una fonte rinnovabile come il sole e il vento ma è una biomassa vegetale, come il pellet o la legna da ardere e rappresenta un biocombustibile Green ecologico al 100%.
Il cippato viene classificato in base a caratteristiche come ad esempio
la pezzatura, il contenuto idrico, il materiale legnoso di origine ecc.
In base alle dimensioni (pezzatura) dei chips distinguiamo: Cippato
(G30), Cippatino (G10), Microcippatino (G5).
L’ unità di misura utilizzata per il cippato è il metro stero riversato (msr) ovvero la quantità di cippato non accatastato contenuto in un contenitore di un metro cubo.
Il cippato può essere utilizzato grezzo in orti e giardini principalmente come pacciamante ma ultimamente viene sempre più richiesto per l’alimentazione di generatori di acqua calda e generatori di corrente, in grado di fornire riscaldamento, acqua sanitaria ed elettricità, trovando largo impiego sia nell’ambito residenziale-domestico sia nella gestione e conduzione di grandi spazi pubblici e privati quali Strutture Alberghiere, Serre, Palestre, Piscine e ancora nelle Centrali di Cogenerazione.
Visti gli obiettivi della Transazione energetica al 2030, ovvero l’uscita dell’Italia dal carbone al 2025 e l’incremento delle fonti energetiche rinnovabile al 28% dei consumi energetici, la biomassa legnosa viene riconosciuta come un elemento fondamentale da valorizzare ed utilizzare in alternativa alle consuete fonti energetiche c.d. non rinnovabili.
L'impiego del cippato come combustibile, consente di non incidere negativamente sull'ambiente poiché la percentuale di anidride carbonica rilasciata nell'aria all’atto della combustione è all’incirca la stessa di quella che le piante assorbono durante il processo di fotosintesi clorofilliana (Ciclo della CO2).
No. Il potere calorifico del cippato varia molto in base al contenuto idrico. Per essere più efficiente in termini di prestazioni durante la combustione deve avere quindi un coefficiente di umidità ridotto.
Il cippato grezzo – fresco taglio ha contenuto idrico pari al 50% e genera un potere calorifico pari a circa il 2,0 kWh/kg. Il cippato essiccato naturalmente al sole ha coefficiente idrico pari a ca. il 25%-35% e genera un potere calorifico pari a 3.0 - 3.5 kWh/kg. Con il processo di Essiccazione in Impianto otteniamo coefficiente di umidità pari al 10% e sviluppiamo un potere calorifico pari 4.0 – 4.5 kWh/kg.
No, il cippato si ricava da tronchi, ramaglie e scarti di produzione agricole e forestali, di segherie e di potature utilizzando un’apposita trituratrice comunemente detta “Cippatrice”.
Da ciò si evince che il cippato è facilmente reperibile e realizzabile anche da gente comune; diverso è che, se si vuole un cippato di alta qualità e con alte prestazioni calorifiche, ci si dovrà rivolgere a professionisti del settore. (Vedi Punto 3.)
La nostra Società vende cippato essiccato di qualità classe A1+ A1 A2 B in big bag o alla rinfusa a msr per piccoli o grandi impianti di riscaldamento e/o cogenerazione.
Si, uno degli utilizzi sempre più frequenti del cippato è proprio quello per l’alimentazione di caldaie che siano esse dedicate al riscaldamento domestico, alla produzione di acqua calda sanitaria, al riscaldamento di grandi aree e/o alla produzione di energia elettrica in impianti di cogenerazione.
Oggi la tendenza, grazie all’elevata tecnologia delle caldaie di ultima generazione, è proprio quella di utilizzare il cippato, il cippatino o il microcippatino, per abbattere i costi di approvvigionamento ed essere efficienti, nel rispetto dell’ambiente.
Pochissimo. La tecnologia moderna delle caldaie a biomassa di ultima generazione e la qualità certificata del biocombustibile giocano un ruolo primario nella riduzione dell’inquinamento mondiale. E’ pertanto indispensabile disporre di generatori certificati ed installati da tecnici specializzati alimentati da combustibile di qualità.
A tal proposito vengono in aiuto dei consumatori le etichette energetiche, che danno informazioni sull’efficienza energetica della caldaia; la classe di appartenenza della stessa (oggi quelle di ultima generazione appartengono alla classe 5 necessaria al fine di ottenere il conto termico 2.0); certificazioni dei combustibili utilizzati A1+ A1 A2 etc.
L’impiego di biomassa legnosa diventa invece inquinante se utilizziamo stufe o caldaie obsolete e non certificate, non installate correttamente, con un impianto fumario non a norma di legge ed alimentate con combustibile non adeguato.
No. Occorre premettere che storicamente le bioenergie si sono sviluppate per creare sinergie con le industrie del legno, utilizzando i materiali di risulta derivanti dai processi produttivi che altrimenti sarebbero stati classificati come rifiuti e soggetti a smaltimento (segatura, scarti di segheria, legno di bassa qualità, legno proveniente da diradamenti o potature).
Ciò non toglie che il grande potenziale economico derivante dal mercato della biomassa legnosa ad utilizzo energetico, possa invogliare ad abbattimenti “intensivi” / abbattimenti illegali.
Ma è però altrettanto vero che sempre più produttori come la Soc. Agricola La Cappelletta s.s., scelgono di seguire e mantenere una Gestione Sostenibile delle aree forestali, certificando il loro operato attraverso Organizzazioni indipendenti e non governative quali il PEFC.
Attraverso la Gestione Forestale Sostenibile vengono rispettati i requisiti di sostenibilità ambientale, ovvero tutelati gli habitat per piante e animali selvatici e rispettati determinati criteri per il taglio del legname e le nuove piantumazioni.
Con tale approccio possiamo quindi sostenere che la bioenergia può svolgere un ruolo importante nella lotta contro la degradazione forestale incoraggiando altresì lo sviluppo locale e educare il consumatore a scegliere prodotti certificati può contribuire a combattere la lotta contro gli abbattimenti intensivi/illegali.
Assolutamente si. Scegliere di utilizzare il cippato come combustibile presenta numerosi vantaggi:
ATTENZIONE – Le prestazioni di emissione e di rendimento indicate sono da ritenersi valide solo se vengono impiegate biomasse di qualità certificata e se l’esercizio dell’impianto a biomassa di nuova generazione rispecchia le indicazioni fornite dal produttore.
Innanzitutto, è bene dire che da tutti e tre i sistemi ne deriverà acqua calda utilizzata per riscaldare l’ambiente o acqua calda sanitaria. Ciò che li differenzia è la modalità con il quale viene prodotto il calore.
- Caldaia a biomassa: il calore viene generato per combustione. Ciò che le differenzia dalle caldaie tradizionali è il materiale di alimentazione utilizzato.
Il combustibile qui è la biomassa che rende il proprietario libero da vincoli nell’utilizzo di una sola fonte di calore come invece sarebbe nel caso di un sistema a metano: le caldaie a biomassa di ultima generazione possono essere alimentate sia con la biomassa che con la legna questo garantisce maggiore libertà nella gestione del proprio generatore di calore.
- Caldaia a condensazione: il calore viene generato per combustione del gas metano grazie ad un bruciatore; l’alto rendimento deriva dal recupero del calore latente dei fumi di scarico.
Infatti, una parte del calore generato rimane nei fumi di scarico che raffreddandosi raggiungono il “punto di rugiada” trasformandosi così in vapore acqueo.
Questo processo genera energia termica chiamata “energia latente” che viene trasmessa dalla condensazione dei fumi allo scambiatore di calore in cui è contenuta l’acqua per il riscaldamento.
A questo punto la temperatura dell’acqua si alza grazie a questo calore e, attraverso un circolatore integrato nella caldaia, verrà inviata al sistema di riscaldamento per cedere calore agli ambienti abitati.
- Pompe di Calore: più complesso è il funzionamento di una pompa di calore che è simile a quello di un frigorifero, ma invertito: il calore viene generato sfruttando il ciclo di Carnot, ovvero viene estratto da una fonte esterna (es. l’aria esterna all’edificio) e trasferito ad una fonte interna più calda (es. l’acqua dei tubi dell’impianto di riscaldamento).
Il processo segue un andamento ciclico grazie alla presenza di un fluido refrigerante contenuto in un circuito chiuso, il sistema infatti:
1) Preleva il calore dall’esterno: la fonte esterna (es. aria) viene convogliata in uno scambiatore dove circola un liquido refrigerante che essendo sempre più freddo dell’ambiente esterno ne assorbe il calore e lo trasferisce al secondo ciclo;
2) Incrementa la temperatura attraverso la compressione: il liquido refrigerante assorbe il calore prodotto fino ad arrivare ad un punto di ebollizione. Il vapore prodotto passa attraverso un compressore che ne innalza ulteriormente la temperatura attraverso la fase di compressione. Il refrigerante ora sarà così in grado di passare al terzo ciclo.
3) Cede calore al sistema di riscaldamento: il refrigerante trasferisce il suo calore all’impianto di riscaldamento (es. scaldando l’acqua nei tubi di riscaldamento), raffreddandosi e tornando così allo stato liquido.
Prima di tornare ad assorbire altro calore dovrà raffreddarsi ancora e diminuire la sua pressione attraverso una valvola di espansione. Ora il liquido è di nuovo in grado di assorbire calore ed il ciclo può ripartire.
I sistemi di riscaldamento e raffrescamento con pompa di calore possono sembrare un’alternativa ecologica al riscaldamento tradizionale, dato che sfruttano una fonte energetica rinnovabile come l’aria, l’acqua o la terra per trasferirlo nella casa, ma bisogna considerare che utilizza energia elettrica per essere alimentata e che l’efficienza di tale sistema dipende molto dalle condizioni climatiche: minore è la temperatura dell’energia in entrata (es. temperature rigide invernali), minore sarà l’efficienza del sistema.
Si, i sistemi di riscaldamento a biomassa sono una valida alternativa ai sistemi tradizionali a metano e tra le biomasse il cippato è senz’altro quella più economica.
Oltre all’investimento iniziale che può essere più oneroso, installare una caldaia a cippato di ultima generazione può farti risparmiare fino al 60% rispetto al metano; a patto però che si tengano in considerazione le caratteristiche del cippato bruciato, le prestazioni dell’apparecchio installato e la manutenzione del sistema.
Ad ogni modo si consiglia sempre di valutare l’investimento in base alle proprie esigenze abitative, alle caratteristiche dell’abitazione e del luogo in cui si vive.
L’Installatore, al termine dei lavori di posa della caldaia o della stufa, dovrà rilasciare al proprietario La Dichiarazione di conformità ed il Libretto d’impianto, che dovrà essere aggiornato ogni volta che si effettua la manutenzione prevista e specifica per l’impianto installato.
No. Grazie ai moderni sistemi di caricamento non ci saranno disagi dovuti a Sacchi da trasportare, rovesciare.
Per ovviare al caricamento manuale basta prevedere l’installazione di un impianto dotato di un deposito o serbatoio per il combustibile dal quale il sistema di accensione automatico e programmabile provvederà ad alimentare il generatore.
Alcuni produttori di caldaie prevedono dei sistemi di estrazione che prelevano e trasportano il combustibile dal silo o deposito fino alla caldaia.
No. Per la produzione di acqua calda è consigliabile accoppiare alla caldaia un Puffer (= un serbatoio di accumulo dell’acqua) che funzionerà da volano termico per l’impianto e che riuscirà a garantire un’autonomia di calore per diversi giorni.
Il calore verrà così immagazzinato dal serbatoio di accumulo termico e la caldaia si accenderà solo quando sarà necessario; grazie ad appositi sensori di lettura della temperatura che comunicheranno la caldaia. In questo modo sarà possibile erogare acqua calda sanitaria e riscaldamento indipendentemente dall’ accensione della caldaia che sarà così automatizzata.
Quindi in estate le accensioni saranno solo dedicate alla produzione di acqua calda e ridotte a circa ogni 5 – 7 giorni (ambito domestico - uso responsabile della risorsa); la caldaia lavorerà nelle sue condizioni ottimali e si aumenterà il risparmio di combustibile.
No. Le nuove caldaie a biomassa automatizzate, risolvono il problema della manutenzione prevedendo un sistema di pulizia sia dello scambiatore che del braciere (Sistema di pulizia automatico).
In questo modo oltre a ridurre e a facilitare gli interventi di manutenzione, si garantisce un maggior rendimento della caldaia.
No, le caldaie di ultima generazione producono pochissima cenere grazie alle elevate prestazioni della combustione e la poca cenere prodotta viene smaltita in base alla regolamentazione sullo smaltimento dei rifiuti specifica del comune di residenza.
Solitamente la cenere prodotta in ambito domestico viene smaltita nell’Organico.
Si, il Conto Termico è un sistema di incentivazione per il miglioramento dell’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili, nonché incentiva il turn over tecnologico sostenendo interventi di efficientamento energetico e riqualificazione di edifici già esistenti.
Questo meccanismo di sostegno è stato introdotto con il DM del 28 Dicembre 2012, modificato con il DM 16 febbraio 2016 ed oggi chiamato Conto Termico 2.0; esso viene gestito dalla GSE spa (Gestore Servizi Energetici del fondo incentivi) che ne gestisce le domande e le spese ammissibili.
Si tratta quindi di incentivi con accredito diretto su conto corrente dove il limite massimo per l’erogazione degli incentivi in un’unica rata è di 5.000 Euro ed i tempi di pagamento sono all’incirca di 2 mesi.
I beneficiari possono essere sia le Pubbliche Amministrazioni che i Soggetti Privati, i cui interventi rientrino nell’elenco delle attività incentivabili (www.gse.it).
Le domande possono essere presentate in accesso diretto oppure su prenotazione; entrambe saranno valutate dal GSE secondo le disposizioni dei procedimenti amministrativi regolati dalla Legge 241/90.
No. Il conto termico è un sistema di incentivi che sostengono fino al 65% dell’investimento attraverso l’erogazione diretta mezzo bonifico bancario per un massimo di 5000.00 € ed un massimo di 5 anni.
Le detrazioni fiscali invece consentono il rimborso di una percentuale dell’investimento attraverso la dichiarazione dei redditi per i dieci anni successivi. La percentuale di rimborso varia dal tipo di investimento effettuato ed in base alle disposizioni delle Leggi Finanziare.
Ad esempio, fino al 31 dicembre 2018 è possibile richiedere:
-
Detrazioni fiscali del 65% per la riqualificazione energetica sull’
IRPEF o IRES;
- Detrazioni fiscali del 50% per la ristrutturazione
edilizia sull’ IRPEF
- Etc.
I certificati Bianchi (TEE = Titoli di Efficienza Energetica) sono titoli negoziati che certificano i risparmi energetici conseguiti negli usi finali di energia, sono emessi dal Gestore dei Mercati Energetici (GME) previa opportuna richiesta al GSE.
In altre parole, chi realizza un intervento di efficienza energetica riceverà dal GME un numero di TEE corrispondente al quantitativo di energia risparmiata.
Questo sistema incentiva i possessori di questi certificati, come i grandi distributori di energia, a rispettare e a raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico determinato dai TEE in possesso.
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